Diocesi invitate ad aprire i “Cantieri”

Ai blocchi di partenza il secondo anno del Cammino sinodale

Riprendono le attività della pastorale ordinaria e riprende il cammino sinodale, giunto alla sua seconda annualità che chiuderà la fase narrativa e aprirà le porte alla fase sapienziale. Lo scorso 3 Settembre, dopo l’incontro in presenza avvenuto a metà Maggio a Roma, i delegati diocesani si sono incontrati virtualmente con la Segreteria Nazionale per analizzare in che modo il percorso, avviato nel 2021, troverà la naturale continuazione tra gli ultimi mesi dell’anno in corso e la prima parte del 2023. «Il 2° anno – ha spiegato Mons. Erio Castellucci, vescovo delegato CEI per il Cammino sinodale – sarà più aperto ed esperienziale e sarà compito delle équipe trovare spunti per coinvolgere coloro che, per vari motivi, non sono stati protagonisti nelle occasioni di ascolto». Saranno tre le parole chiave da tenere a mente: la sinergia con quanto espresso nel corso delle consultazioni sinodali; l’ampliamento inserendo nelle dinamiche i soggetti meno coinvolti; la soggettività delle singole realtà diocesane. Occorre fare forza su cinque cardini che aiuteranno a traslare in modo funzionale il programma operativo: definire l’obiettivo, sulla base esperienziale dello scorso anno; rilanciare il ruolo determinante dell’equipe sinodale e di coloro che nelle parrocchie hanno contribuito ad articolare il percorso; analizzare ulteriormente le sintesi diocesane; riproporre il metodo sperimentato (conversazione spirituale); potenziare il rapporto con la pastorale ordinaria che deve essere pensata sulla base di quanto emerso dagli ascolti.

Nel secondo anno il termine protagonista sarà “Cantieri”, che nel primo elaborato tecnico la CEI ha accostato alla casa di Betania, in compagnia di Gesù e delle sorelle Marta e Maria. “Quella del cantiere – si legge nella nota – è un’immagine che indica la necessità di un lavoro che duri nel tempo, che non si limiti all’organizzazione di eventi, ma punti alla realizzazione di percorsi di ascolto ed esperienze di sinodalità vissuta, la cui rilettura sia punto di partenza per la successiva fase sapienziale”. I cantieri devono essere attivati sulla base di un percorso di ascolto e confronto, in particolar modo tra equipe, consiglio presbiterale e consiglio pastorale diocesano. Devono essere differenziati sulla base della tipologia della domanda e tenere bene a mente quali siano le caratteristiche dei compagni di viaggio. Le azioni da compiere seguiranno quindi una direzione scandita da tre verbi: delimitare, approfondire e costruire.

Ogni cantiere avrà poi la restituzione all’organismo nazionale: una in itinere con la condivisione dell’idea e della tematica; una finale, al termine dell’esperienza, che deve avere uno sguardo proiettato sull’immediato futuro.

I risultati riportati nella Sintesi diocesana, già noti ai presbiteri della Diocesi, dovranno essere resi pubblici secondo le volontà del Vescovo e, per il secondo anno, sarà più che mai necessaria una collaborazione tra le varie Comunità. Intanto la delegata diocesana, Suor Elisa Ciuffa, francescana Angelina che prestava servizio a Bosa, è stata trasferita ad altra sede e pertanto Padre Mauro Maria Morfino ha nominato altre 3 delegati diocesani – Sandra Masia, Alberto Cosseddu e Marco Sanna – che insieme a Giuseppe Manunta costituiranno la delegazione della nostra Chiesa locale e coordineranno il prezioso lavoro dell’équipe.