Il logo ufficiale della Beatificazione

Il Logo è stato realizzato dal Direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, Don Paolo Secchi, per le indicazioni condivise presso il Comitato organizzatore del Rito di Beatificazione di Edvige Carboni di Pozzomaggiore secondo alcuni, basilari, principi che l’Araldica osserva nell’elaborazione di un’arma o di un blasone, sia civici che religiosi. La scelta è stata dettata dal fatto che tale figura intende non semplicemente accompagnare l’evento della beatificazione di Edvige Carboni ma anche suggerire, come appunto nella tradizione araldica, un’identificazione connessa all’attribuzione di un titolo e, perciò, il riconoscimento di uno status personale.

Lo scudo (ossia il fondo dello stemma su cui figurano gli elementi araldici) è costituito dall’emblema della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, quale richiamo diretto ed immediato alla Famiglia religiosa in cui è maturato il percorso spirituale di Edvige, ma anche all’attuale presidenza della Parrocchia di Pozzomaggiore, dalla quale l’iter ha preso le mosse. L’emblema, tuttavia, non si presenta come supporto alle figure ma loro ‘contenitore’. È rappresentato, infatti, alla maniera di una cornice in metallo oro (il quale in Araldica simboleggia il sole e, tra le virtù spirituali, la Fede, la Clemenza, la Temperanza, la Carità e la Giustizia) su cui corrono le scritte, essenziali e nettamente scandite da punti, che definiscono il luogo, il soggetto e la sua nuova condizione.

Lo smalto del fondo è azzurro chiaro, colore del cielo, e rappresenta la gloria, la virtù e la fermezza incorruttibile. Vi campeggiano, dal basso verso l’alto, cinque elementi: la facciata della Parrocchiale di S. Giorgio Martire in Pozzomaggiore; le lettere iniziali del nome della nuova Beata; un cartiglio con la data della beatificazione; la croce; fiori di giglio.

Il prospetto della chiesa, frontale ed illuminato dal sole in pieno giorno, indica che proprio in questo tempio avranno sede le spoglie mortali della Carboni.

Le iniziali della nuova Beata con la loro posizione evocano Lc 10, 20b: “I vostri nomi sono scritti nel cielo”, laddove ogni persona (che la Scrittura rappresenta nel nome che porta) – e, qui, in particolare, Edvige Carboni – con la sua storia, i suoi affetti e tutto quanto la costituisce è custodita da Dio come cosa preziosa e cara.

Il cartiglio datario riproduce un volume quasi completamente srotolato, a suggerire (come in Ap 5-6) che adesso sono svelati, seppure ancora parzialmente, anche agli uomini un tempo ed un evento prima noti solamente a Dio.

La croce, che conserva la posizione originaria nell’emblema dei PP. Passionisti, indica la passione di Cristo come motivo centrale nel cammino di santificazione della Carboni ma anche le stigmate da essa ricevute, particolarmente quella del petto.

I gigli, infine, retrostanti la croce e disposti simmetricamente rispetto ad essa, occupano i ‘lobi’ prodotti dai suoi bracci nell’originario simbolo passionista. Sono quelli di giardino ed indicano candore, purezza ed innocenza. L’accostamento della croce e del giglio rappresenta, simbolicamente, la stessa Carboni, secondo la suggestiva immagine che ne suggerì P. Basilio Rosati, suo primo biografo: Giglio sulla Croce. Tali fiori sono resi al naturale (cioè non stilizzati, come nell’araldica francese e fiorentina) in metallo argento ad evocare l’iconografia tradizionale di San Giuseppe, nei confronti del quale Edvige ebbe sempre una particolare e delicata attenzione, ma anche che lo spazio della Parrocchia che le si sta allestendo ha l’originaria dedicazione al Patriarca.