Rettifica articolo Unione Sarda su migranti

In riferimento ai contenuti espressi sull’Unione Sarda nell’articolo di Caterina Fiori, pubblicato a pag. 2  nell’edizione di venerdì 5 giugno, risultano essere doverose alcune precisazioni che tendono a dare

una visione della realtà basata sulla veridicità dei fatti.
Nel succitato elaborato si afferma che, per favorire l’ospitale permanenza degli immigrati, “la Chiesa possiede nel territorio degli immobili vuoti, perfettamente agibili e chiusi a chiave”, facendo riferimento all’ “ex Seminario di via F.lli Kennedy (? ndr), in pieno centro, oppure il Convento di Montagnese, da qualche mese senza suore”.
L’attendibilità delle dichiarazioni è certamente confutabile in quanto nella giornata di Domenica 31 Maggio, mentre il Vescovo Mauro Maria Morfino si accingeva a celebrare la S. Messa insieme ai giovanissimi aderenti all’Azione Cattolica Ragazzi riuniti ad Alghero per la Festa degli incontri, il sindaco Mario Bruno lo informava della situazione di accoglienza precaria e disumana riservata agli immigrati nell’ex Convitto dell’Istituto Agrario di Santa Maria La Palma.
Durante la funzione alcuni collaboratori, incaricati dal Vescovo, hanno avviato le trattative con il Prefetto di Sassari, indicando la disponibilità della Chiesa di Alghero-Bosa a mettere a disposizione, considerando lo stato di totale emergenza, alcuni locali.
Le sedi indicate sono state due: il Monastero di Santa Chiara, in località Montagnese, e le stanze dell’ex Seminario di Alghero in via Sassari 181.
Il Monastero di Montagnese è proprietà delle Sorelle Povere di Santa Chiara in Oristano e sono in corso le trattative per il passaggio alla Diocesi di Alghero-Bosa. Il Monastero non è attrezzato con letti e armadi ed è pertanto completamente vuoto.
Il Vescovo stesso ha parlato, nella fine mattinata di Domenica 31 Maggio, con il Prefetto offrendo l’opportunità di apertura della struttura, anche se di proprietà non diocesana, facendo notare tuttavia l’assenza di qualsiasi mobile e quindi da organizzare per una dignitosa accoglienza.
Per quanto concerne l’ex Seminario di via Sassari 181, e non via Kennedy come si evince dall’articolo, esso è attualmente locato alla Provincia di Sassari per ospitare le alunne dell’Istituto Professionale Alberghiero di Alghero. La Diocesi ha pertanto suggerito, contattando direttamente i soggetti locatari,  di chiedere autorizzazione alla Provincia di Sassari per poter utilizzare la struttura dopo il 10 Giugno 2015, data di chiusura del convitto femminile per le vacanze estive.
In via Kennedy, invece, la Diocesi possiede un appartamento ereditato da Mons. Mario Corrias dove attualmente vive una coppia di nomadi. In via Valverde insiste un altro appartamento donato da Mons. Corrias, attualmente in piena disponibilità di un altro nucleo familiare di nomadi.
In pieno centro sono presenti i locali dell’ex Orfanatrofio in via Principe Umberto – fino a qualche mese fa sede della Biblioteca, di aule accademiche ed informatiche della Facoltà di Architettura – struttura attualmente chiusa a causa dell’inagibilità stabilita con sopralluogo dei Vigili del Fuoco e non ancora riconsegnata ufficialmente alla Diocesi.
In via XX Settembre si trova una struttura chiamata “Casa Giubileo 2000”, attrezzata e non vuota, ma destinata all’ospitalità dei detenuti in permesso, agibile e aperta.
L’articolo comparso sull’Unione Sarda ha suscitato un po’ di perplessità e dubbi sull’attendibilità delle fonti, soprattutto nei confronti di tutte quelle persone, laici volontari, consacrati e consacrate, che quotidianamente e silenziosamente si prendono cura dei poveri del territorio, cercando di tendere una mano d’aiuto e conforto a chi si trova in difficoltà. La Caritas (che include tutte le attività caritative portate avanti dalle parrocchie e comunità religiose della Diocesi), ma anche le tante associazioni che gravitano intorno al mondo della Chiesa, hanno sempre mostrato un’attenzione particolare alla situazione degli immigrati senza, tuttavia, darne grande pubblicità.