Nuove nomine del 18 Luglio 2024

Carissimi presbiteri e diaconi, fratelli e sorelle della Chiesa di Alghero-Bosa, su tutti sia la pace del Signore e la gioia del Vangelo.

Abbiamo appena ricevuto l’Instrumentum laboris per la Seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, chiamata fase profetica. Due saranno le Assemblee sinodali (entrambe a Roma, dal 15 al 17 novembre p.v. e dal 31 marzo al 4 aprile 2025). Unica l’icona: il dono dello Spirito per la testimonianza (At 1,8.12-14; 2,1-13): “Il racconto descrive una comunità non solo fortemente minoritaria, ma anche fragile e smarrita. L’elenco degli uomini raccolti al Cenacolo arriva al numero di undici, che denota una drammatica mancanza: è un gruppo ferito dal tradimento. Non solo l’assente, Giuda, ma anche i presenti portano nel cuore la loro assenza dal Golgota, l’abbandono del Maestro nel momento supremo del dono di sé, al quale li aveva educati e preparati. L’elenco delle donne porta solo il nome di Maria, la madre di Gesù, e l’accenno generico ad “alcune” altre, forse le discepole di cui già Luca aveva dato conto (cf Lc 8,39). Una comunità che, nella sua debolezza, nutre fiducia, si incontra e prega, prestando comunque orecchio alle voci insistenti e alle esperienze di alcuni di loro, che davano Gesù vivo. La promessa dello Spirito, che annuncia una missione impossibile e sproporzionata – testimoniare Cristo non solo a Gerusalemme e nelle regioni limitrofe – si realizza proprio sulla base di questa umile perseveranza. Lo Spirito non scende solo sui singoli, ma su una comunità riunita e la rende capace di dire il Vangelo in modo che ogni popolo lo senta nella propria lingua, lo ascolti ‘in dialetto’, nelle parole più familiari che segnano la vita. Si realizza profeticamente la promessa di testimoniare a tutti i popoli: non con l’energia residua di quella comunità ferita, ma con la forza rigeneratrice dello Spirito del Risorto. Senza che questo evento annienti la libertà degli ascoltatori, tutti stupefatti, ma divisi tra chi esaltava le grandi opere di Dio e chi pensava che gli annunciatori avessero bevuto troppo vino. L’annuncio profetico della Chiesa, animato dallo Spirito, non si fa ossessionare dal consenso delle folle, ma si lascia appassionare dalla bellezza della testimonianza di Cristo risorto” (Erio Castellucci).

È proprio e sempre e solo nello Spirito del Signore Risorto che procediamo nel nostro cammino, sorretti dalla “Speranza che non delude” (Rm 5,5) verso l’apertura del Giubileo che, papa Francesco, ha voluto connotato proprio dalla seconda delle virtù teologali, la Speranza, sì da ri-consegnarci quel tratto identitario che, dentro la storia, ci fa “pellegrini di speranza”.

Papa Francesco, nella Bolla di indizione del Giubileo Spes non confundit, oltre ad attingere la speranza nella grazia di Dio, ci indica che “siamo chiamati a riscoprirla anche nei segni dei tempi che il Signore ci offre […]. È necessario, quindi, porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza. Ma i segni dei tempi, che racchiudono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza” (n° 7).

Tra i segni di speranza, il Papa indica, come caposaldo, la pace: “il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra” (n° 8). Le guerre guerreggiate, ma anche gli infiniti conflitti che producono innumerevoli vittime, anche senza far fuoriuscire sangue…

Ineludibile segno di speranza resta la fiducia incondizionata nella vita: “Guardare al futuro con speranza, equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere. Purtroppo, dobbiamo constatare con tristezza che, in tante situazioni, tale prospettiva viene a mancare. La prima conseguenza è la perdita del desiderio di trasmettere la vita” (n° 9). E questo nel senso più lato del termine: essere trasmettitori di vita, dovrebbe essere la cifra identitaria di ogni credente in Cristo, in ogni circostanza, in qualsiasi contesto.

Il Giubileo, inoltre, ci chiama ad essere credibili segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di grave disagio. Primi tra tutti i detenuti (n° 12). Nella detenzione in senso stretto, fino a quelle forme “dorate”, inconsapevoli ma di vera, durissima carcerazione.

Il Papa indica, poi, cinque categorie verso le quali la comunità cristiana è chiamata ad offrire segni di speranza chiari, concreti, tangibili: gli ammalati (n° 11); i giovani (n° 12); i migranti, i profughi, i rifugiati (n° 13); gli anziani (n° 14); e, “in modo accorato per i miliardi di poveri” (n° 15).

L’impegno, per noi tutti, è farci pellegrini di speranza per offrire segni di speranza: ognuno di noi ha, immediatamente e a portata di mano, guerre da condurre a pacificazione; passione per la vita da coraggiosamente potenziare; carcerati da visitare, consolare, liberare; ammalati di cui prendersi cura; giovani ai quali dare credito reale; migranti, profughi e rifugiati da accogliere; anziani da abbracciare; poveri da soccorrere senza girare lo sguardo facendo finta di non vedere.

La mia richiesta ad alcuni confratelli presbiteri di ri-offrire la loro disponibilità per le esigenze impellenti e improcrastinabili di diverse comunità, vuole rispondere positivamente anche al desiderio, talvolta inespresso ma reale, di poter gustare, nei Pastori, autentici segni di speranza. Di più: sperimentare, nella persona del Pastore, la tangibilità, la credibilità e la consistenza della Speranza stessa!

Per i motivi appena espressi e per la crescita umana e cristiana delle comunità, nomino:

  • Don Giuseppe Cacciotto: Amministratore parrocchiale della parrocchia della Natività della B.V. Maria in Santa Maria la Palma e della parrocchia della Beata Vergine Assunta, in Villa Assunta, Alghero (*incarichi attivi dal 1° Luglio 2025, dal Settembre 2024 al Giugno 2025 Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Leonardo Abate in Villanova Monteleone e Amministratore parrocchiale della parrocchia di Santo Stefano protomartire in Monteleone Roccadoria) ; Direttore dell’Ufficio diocesano della pastorale missionaria; Collaboratore nella Pastorale ospedaliera dell’Ospedale Civile e dell’Ospedale Marino in Alghero.
  • Mons. Giuseppe Curcu: compatibilmente con gli impegni di Vicario generale, offrirà un aiuto pastorale in Bosa.
  • Don Pierpaolo Daga: mantenendo gli incarichi fin qui ricoperti, diventa Amministratore parrocchiale della parrocchia di Santa Maria della Neve in Flussio e della parrocchia di Sant’Anna in Tinnura.
  • Don Andrea Garau: viceparroco nella parrocchia di Maria Immacolata–Concattedrale in Bosa, nella Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Bosa, nella Parrocchia di Santa Maria Stella maris in Bosa e co-responsabile dell’Oratorio cittadino.
  • Don Marco Ledda: viceparroco nella parrocchia di S. Giorgio martire in Pozzomaggiore; nella parrocchia di S. Giulia in Padria; nella parrocchia di S. Giovanni Battista in Mara, nella parrocchia di S. Giorgio martire in Semestene e nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli in Romana.
  • Padre Vito Lombardi: mantenendo gli incarichi fin qui ricoperti, diventa Amministratore parrocchiale della parrocchia di Santa Maria degli Angeli in Romana.
  • Padre Sebastiano Martinez OdM: Collaboratore del Coordinatore pastorale nel Cimitero di Alghero e aiuto nella medesima Forania.
  • Padre Andrea Marongiu: Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Leonardo Abate in Villanova Monteleone e Amministratore parrocchiale della parrocchia di Santo Stefano protomartire in Monteleone Roccadoria (*incarichi attivi dal 1° Luglio 2025; sino al Giugno 2025 continua nel suo incarico di Amministratore parrocchiale della parrocchia della Natività della B.V. Maria in Santa Maria la Palma e della parrocchia della Beata Vergine Assunta, in Villa Assunta, Alghero ).
  • Don Gianni Nieddu: Parroco della parrocchia della Madonna del Rosario in Alghero e Coordinatore pastorale nel Cimitero di Alghero.
  • Don Manuel Diego Petretto: Parroco della parrocchia del Santissimo Nome di Gesù in Alghero.
  • Don Alessio Picconi: Amministratore parrocchiale della parrocchia di San Pietro Apostolo in Scano di Montiferro e Amministratore parrocchiale della parrocchia di Sant’Angelo in Sagama.
  • Don Lorenzo Piras: Responsabile della Pastorale sanitaria diocesana e Coordinatore per la pastorale ospedaliera dell’Ospedale Civile e dell’Ospedale Marino in Alghero.
  • Don Antonello Putzolu: mantenendo gli incarichi fin qui ricoperti, diventa Amministratore parrocchiale della parrocchia di Santa Maria Stella maris in Bosa.
  • Don Francesco Tavera: Parroco della parrocchia di Nostra Signora della Pazienza in Uri e Amministratore parrocchiale della parrocchia di Nostra Signora de s’Ena Frisca in Putifigari.
  • Padre Franco Todisco OdM: Cappellano nella Chiesa della Misericordia in Alghero.

I passaggi delle consegne e gli ingressi dei nuovi Parroci e degli Amministratori parrocchiali dovranno effettuarsi entro il mese di Settembre p.v.. Il Parroco uscente presenterà al nuovo la comunità cristiana, in tutte le sue componenti, con una particolare attenzione al Consiglio pastorale, al Consiglio degli affari economici, alle eventuali Comunità Religiose presenti nel territorio della Parrocchia, ai responsabili della Catechesi, delle Aggregazioni e dei Movimenti, delle Confraternite, ai Ministri straordinari dell’Eucarestia, agli Animatori liturgici. È bene che di tutte queste persone e Istituzioni si trasmettano indirizzi e numeri telefonici per agevolare il nuovo Parroco nell’inserimento del ministero parrocchiale. Inoltre, in tale passaggio, alla presenza del Vicario generale, dovranno essere presentati tutti i registri dei Sacramenti aggiornati e firmati e il Libro della Cronaca. Sempre alla presenza del Vicario generale e dell’Economo diocesano, dovranno essere verificati i conti dei registri amministrativi e sottoscritti e dovranno inoltre essere consegnati i libretti bancari e postali, nonché accertate e consegnate le somme giacenti in cassa. Ugualmente dovrà essere consegnata l’intera documentazione di carattere civile ed ecclesiastico della Parrocchia riguardante le strutture fisiche, architettoniche, archivistiche. L’ingresso del nuovo Parroco avverrà solo dopo che, quanto sopra indicato, sia stato ottemperato e sia stato stilato e firmato il verbale di consegne dal Vicario generale, dall’Economo diocesano, dal Parroco uscente e dal nuovo. Circa il calendario dei passaggi delle consegne e altri problemi connessi con il trasferimento, i presbiteri interessati si mettano d’accordo con il Vicario generale, che ringrazio anticipatamente di cuore.  

Vi scrivevo l’anno scorso, riportando i dati concreti del nostro Presbiterio che, nei diversi Consigli e Organismi diocesani, era emersa la consapevolezza di dover soppesare “le effettive forze attualmente in campo così da giungere ad un assetto pastorale più congruo, umanamente e apostolicamente meno defatigante (e meno frustrante) per ogni ministro del Vangelo e per ciascun membro del Popolo di Dio e, soprattutto, evangelicamente più eloquente”.

Molto, l’anno passato, si è fatto a livello “alto” di riflessione teologico-pastorale: le sollecitazioni di don Dario Vivian nei suoi quattro vivaci incontri (e ulteriormente negli Esercizi spirituali per il Presbiterio a Bergamo); quelle sàpide e illuminanti di Fratel Enzo Biemmi; i molti interventi, sempre calibrati e densi di monsignor Ezio Falavegna… Ciò che, invece ,ci eravamo proposti come confronto concreto tra noi, nei diversi Organismi di comunione e di confronto, per giungere insieme ad un impianto pastorale ripensato e assunto, non è stato fatto. Una lunga e ribelle infezione bronchiale e l’afonia di mesi, ancora in atto, mi hanno pesantemente limitato. Ma è l’impegno che dobbiamo rilanciare e affrontare, a Dio piacendo, nell’anno a venire.

Chiedo all’intera comunità diocesana di portare tutto ciò nella preghiera, per tutto affidare al Pastore grande del gregge. Affidamento che aiuterà, tutti e ciascuno, a comprendere con occhio benevolo, con saggezza evangelica e con profonda simpatia l’impegno, la fatica e il dono di sé di questi fratelli ministri del Vangelo, chiamati a rimettere in gioco la propria esistenza a favore delle nostre comunità.

Il grazie è cordiale e doveroso, verso tutti i presbiteri che hanno offerto la loro disponibilità in questo momento particolare della nostra storia: a coloro che, dopo lunghi anni di ministero lasciano la/le comunità che hanno guidato con dedizione; a coloro che sono chiamati a guidare e servire altre comunità e che si son resi disponibili con prontezza e volentieri; a coloro che, oltre le comunità loro affidate, con generosità, hanno assunto l’impegno di servire anche altre realtà parrocchiali; a coloro che, per la prima volta, assumono, trepidanti e fiduciosi nel Signore, il loro primo impegno come pastori del gregge.

Un grazie molto speciale sento di rivolgerlo, a nome dell’intera Diocesi, a Don Potito Niolu, per i lunghi e appassionati anni a servizio delle Missioni ad gentes, portati avanti con grande passione apostolica, dispendio notevole di energie e di impegno personale, unito a quello di volenterosissime volontarie di San Giuseppe e non solo.

Ugualmente al canonico Pietro Scanu per l’indefesso impegno pastorale nel Cimitero di Alghero, a beneficio di coloro che vivono l’esperienza dolorosa della morte di un loro caro. Ministero svolto, spesso, anche quando le condizioni fisiche (e metereologiche…) non erano di aiuto.

Così anche per il servizio prezioso di Padre Antonio Tore S.I. come Cappellano nell’Ospedale Civile di Alghero e nella chiesa della Misericordia.

Il grazie è cordiale e doveroso, verso tutte le comunità coinvolte in questo frangente: molti e profondi sono certamente i legami stretti con i diversi presbiteri chiamati in causa; molti e profondi sono i motivi di affetto e di gratitudine vicendevolmente condivisi; molti e profondi sono i gesti di squisita gratuità, di forte amicizia e di indissolubile fraternità che hanno segnato anni di comunione, di cammini condivisi, di scelte che hanno segnato indelebilmente la vita.

L’unico Pastore e Signore della Chiesa che pellegrina nel tempo tutti sostenga, illumini, conforti e colmi di speranza.

                                    ✠ Mauro Maria