Domenica 27 dicembre si celebra la festa della Sacra Famiglia. Come consuetudine in Parrocchia ci sarà la celebrazione alle ore 11.00 con le famiglie protagoniste.
La famiglia è il luogo in cui tutto accade: si dona l’amore, nasce la vita, ci si forma come persone; è dunque laboratorio di affetti sinceri e di valori. Non a caso questa ricorrenza è posizionata sul calendario a ridosso del Natale, proprio perché la Santa famiglia di Nazareth possa essere il modello ispiratore di tutte le famiglie.
Siamo abituati a pensare a Maria e Giuseppe come a persone prescelte da Dio e con tutto semplificato… Invece dovremmo soffermarci a pensare che si trattava semplicemente di una giovane rimasta incinta prima delle nozze e passibile di lapidazione per le leggi del tempo e di un giovane uomo, che si sono fidati di Dio in ogni momento e in tutte le traversie che gli sono capitate: nessuno ha voluto accoglierli al momento del travaglio e hanno visto nascere il loro bambino in una mangiatoia; erano profughi in fuga perché perseguitati da un potente despota, rifugiati in Egitto senza una fissa dimora; rifiutati, scartati, emarginati, ospiti in terra straniera, non troppo diversi da tanti uomini e donne che anche oggi cercano rifugio in terre straniere.
Si dovrebbe riflettere su questi piccoli particolari quando si posa lo sguardo sul presepe e su quella piccola famiglia nella grotta.
In questo anno particolare l’attenzione verrà orientata su Giuseppe, l’uomo giusto.
Come lo ha definito Papa Francesco nella lettera apostolica “Patris Corde” Giuseppe è padre nella tenerezza, nell’obbedienza, nell’accoglienza, nel coraggio, padre lavoratore, che ha vissuto come ombra del Padre Celeste, sostenendo, custodendo e proteggendo il Figlio di Dio.
La comunità intera al termine della Santa Messa farà un atto di affidamento al Santo patrono della Chiesa cattolica.
“Padri non si nasce, lo si diventa.
E non lo si diventa solo perché si mette al mondo un figlio,
ma perché ci si prende responsabilmente cura di lui.
Tutte le volte che qualcuno si assume la responsabilità della vita di un altro,
in un certo senso esercita la paternità nei suoi confronti”.
E non lo si diventa solo perché si mette al mondo un figlio,
ma perché ci si prende responsabilmente cura di lui.
Tutte le volte che qualcuno si assume la responsabilità della vita di un altro,
in un certo senso esercita la paternità nei suoi confronti”.
(da “Patris Corde)