Operatori pastorali invitati ad immaginare con creatività

«Avevamo bisogna di vivere un po’ di comunione diocesana!» è il commento della maggior parte dei partecipanti all’Assemblea pastorale diocesana, organizzata dagli Uffici Catechistico e Liturgico con i Delegati diocesani per il Cammino sinodale e l’equipe. Sin dal primo pomeriggio la chiesa di San Giovanni Bosco, che ospitava l’appuntamento, si è popolata degli Operatori pastorali provenienti da varie Comunità consapevoli sia dell’importanza dell’iniziativa, ma anche desiderosi di respirare un po’ di normalità. Era da prima del lockdown, infatti, che non si organizzava un momento formativo interforaniale e in trecento hanno risposto con entusiasmo all’invito del Vescovo Mauro Maria. Sullo sfondo il percorso sinodale che la Chiesa universale sta sviluppando e che nel primo anno ha portato alla redazione delle Sintesi diocesane, frutto delle occasioni di ascolto organizzate nelle parrocchie (La sintesi diocesana è scaricabile e consultabile dal sito internet diocesano nell’area dedicata al Cammino sinodale: http://www.diocesialghero-bosa.it/area/cammino-sinodale-diocesano). Ad accogliere i partecipanti il gruppo dei volontari della comunità ospitante, guidati dal parroco Don Raffaele Madau, e i delegati del Cammino sinodale che hanno consegnato i variopinti sussidi assembleari, funzionali per la suddivisione nei nove sottogruppi. Il pomeriggio si è aperto con l’ascolto della Parola di Dio, nello specifico il passo evangelico della visita di Gesù nella casa di Lazzaro e delle sue sorelle, Marta e Maria. Il Vescovo ha richiamato ancora una volta l’importanza del ruolo delle due donne nella vita della Chiesa, poiché il servizio di ogni Operatore deve camminare accanto alla preghiera e alla formazione spirituale, come il dialogo diretto con Dio deve generare un’azione concreta guidata dai suoi insegnamenti. «Il cammino del Sinodo – ha precisato Padre Mauro – non è un qualcosa in più da fare, non è una tappa fine a se stessa, ma rappresenta il cuore della vita diocesana. […] È lo Spirito Santo che ci dona forza per dare testimonianza e grazie al nostro battesimo ci dobbiamo sentire parte attiva nell’edificazione della Chiesa». La seconda annualità, scandita dai Cantieri di Betania, è stata descritta dall’intervento di Mons. Valentino Bulgarelli, Segretario del Gruppo di Coordinamento nazionale del Cammino sinodale della CEI, autentico motore del Sinodo italiano. Bulgarelli ha spiegato come, al termine del primo anno, a partire dal Mese di Maggio, siano state lette dal gruppo della CEI circa 1600 pagine frutto del lavoro di circa duecento Diocesi che, al termine del processo di ascolto, hanno elaborato le rispettive Sintesi. «Giungiamo oggi qui dopo un contesto pandemico, determinato dalle restrizioni che hanno condizionato fortemente i nostri comportamenti. Per quanto concerne la realtà pastorale – ha spiegato il Sottosegretario della CEI – uno degli ambiti più colpiti è stato quello della Catechesi, che per tanto tempo è andata avanti servendosi dei social, delle piattaforme e dei gruppi WhatsApp. Abbiamo perso, e ancor più compreso, la bellezza dello stare insieme nella quotidianità, il semplice gesto di tendere una mano, per non parlare della rivoluzione nelle scuole e nella vita ordinaria dei giovani». Questo ha generato, con il lento ritorno alla normalità non ancora completamente conquistata, un calo vistoso della partecipazione alla Santa Messa, come anche una riduzione del numero di bambini che frequentano il Catechismo, nonchè un ridimensionamento della disponibilità degli stessi catechisti. «È cambiata la percezione della fiducia e dobbiamo ritornare a comprendere che solo insieme si può andare avanti. Noi viviamo di fiducia – ha chiosato Bulgarelli – e solo grazie a lei riusciamo ad andare oltre il nostro egoismo, superando timori e tranelli autoreferenziali. Se non ci fidiamo ci isoliamo e non usciamo dalle nostre case. È importante riscoprire il senso della Comunità, ritrovando un “noi” capace di incontrare la gente».  Don Valentino ha invitato tutti i presenti ha lavorare per il protagonismo benefico delle Chiese locali, perché il cammino sinodale non è un evento, né è un insieme di schede o dispense, perché si è preferito puntare sulla vita delle persone. Non è un percorso riservato agli esperti, ma tutti sono coinvolti grazie al battesimo. «Badate bene che quello che stiamo articolando non è qualcosa di nuovo, ma è vecchio di ben 60 anni, e dobbiamo tornare indietro al Concilio Vaticano II, dopo il quale ci troviamo ancora al punto di partenza». Il relatore ha poi consegnato ai presenti il passo dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco:

169. In una civiltà paradossalmente ferita dall’anonimato e, al tempo stesso, ossessionata per i dettagli della vita degli altri, spudoratamente malata di curiosità morbosa, la Chiesa ha bisogno di uno sguardo di vicinanza per contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all’altro tutte le volte che sia necessario. In questo mondo i ministri ordinati e gli altri operatori pastorali possono rendere presente la fragranza della presenza vicina di Gesù ed il suo sguardo personale. La Chiesa dovrà iniziare i suoi membri – sacerdoti, religiosi e laici – a questa “arte dell’accompagnamento”, perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro (cfr Es 3,5). Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana.

Occorre dare al mondo ragioni di speranza e buone notizie e la Chiesa non può permettersi di perdere la comunicazione con l’esterno, trasformandosi in un museo. «Quante Chiese-Museo conoscete nella Diocesi di Alghero-Bosa?» ha chiesto Bulgarelli agli Operatori pastorali. «Abbiamo necessità di parroci attenti al gregge che è stato loro affidato, parrocchie accoglienti che rifiutano egoismi e pregiudizi, ma ancora di più occorre immaginare con creatività!».

Dopo la relazione i presenti si sono divisi nei 9 sottogruppi moderati dai membri dell’équipe diocesana del Cammino sinodale e sono stati avviati ufficialmente i tre Cantieri di Betania scelti per la Chiesa di Alghero-Bosa: il mondo giovanile e scolastico per il cantiere della strada e del villaggio; la parrocchia come casa accogliente nella quotidianità per il cantiere dell’ospitalità e della casa; il mondo della carità e ascolto della Parola di Dio per il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale. Ad ogni sottogruppo, gestito con l’apprezzato metodo sinodale dell’ascolto, è stata posta una domanda, nell’odine: Come possiamo raggiungere e coinvolgere i giovani e chi deve raggiungerli?; Come possiamo rendere le nostre comunità accoglienti? La mia comunità è accogliente?; Come possiamo ritrovare le radici spirituali del nostro servizio?.

L’Assemblea si è poi riunita in plenaria per l’ascolto di una breve sintesi dei lavori sinodali per poi ringraziare il Signore con la preghiera dei Vespri al termine della quale il Vescovo ha affidato a tutti i partecipanti il Mandato e consegnato un piccolo ricordo della giornata.